Il ritardo col resto d’Europa nella diffusione capillare della banda ultralarga in Italia finalmente potrebbe essere colmato.
Una nuova mappatura per organizzare il futuro
In una bozza governativa che pone una visione programmata e strategica fino al 2026 (scadenza dovuta all’obbligo di spesa dei fondi UE per il progetto), il Pnrr propone, ad opera di Infrastrutture e Telecomunicazioni per l’Italia S.p.A. (meglio conosciuta come Infratel, ente del Ministero dello Sviluppo Economico) una mappatura delle reti esistenti e delle coperture previste dagli operatori nei prossimi cinque anni. Verso la fine dell’estate e a mappatura ultimata sarà previsto inoltre un decreto con semplificazioni normative per la posa di fibre e antenne.
La vigilanza sul sistema per evitare i ritardi
In accordo tra Infratel ed operatori, saranno implementati i meccanismi di vigilanza più stringenti. A preoccupare l’ente sono infatti i ritardi e l’ampia diffusione di zone senza bande ultralarghe. Come previsto al paragrafo 65 degli Orientamenti Europei, al fine di minimizzare il rischio che un operatore per qualsiasi motivo possa ritardare o impedire la fornitura di servizi a banda ultralarga nell’area interessata, l’operatore si impegnerà a trasmettere a Infratel Italia, con periodicità semestrale, un aggiornamento sullo stato di avanzamento dei piani dichiarati. Nel caso in cui l’operatore non attui il piano dichiarato o non fornisca gli aggiornamenti semestrali, l’ente ministeriale avrà facoltà di procedere con l’esecuzione del piano di intervento pubblico nonché a dare comunicazione dell’inadempimento dell’operatore sul proprio sito istituzionale. All’esito dell’attività di vigilanza, Infratel, di concerto con il Mise, procederà a segnalare le condotte degli operatori alle competenti autorità di regolazione del settore.
Mappatura e criteri per individuare le zone scoperte
Per quanto concerne la mappatura si riscontra l’intenzione di seguire le indicazioni provenienti dai criteri formulati dalla Berec (Body of European Regulators for Electronic Communications), la quale non si basa semplicemente sulla stima della velocità massima raggiungibile nelle varie zone d’Italia, ma utilizza come parametri la velocità raggiunta sotto usuali condizioni di picco del traffico per tecnologie fisse e wireless. Il calcolo, messo a punto dal Politecnico di Milano, mapperà il territorio grazie ai dati forniti dagli operatori, rilevando le zone con una banda dalla velocità di almeno 30 Megabit e quelle con tecnologie Vhcn con sistema wireless 5G.