Tra le varie proposte di bandi che abbiamo evidenziato sul nostro sito a favore dell’efficientamento energetico, abbiamo spesso evidenziato un problema, rilevato da numerose aziende ed esperti del settore, ovvero la mancanza di un sistema di controlli sui progetti approvati e presentati. Il rischio difatti è che, una volta ottenuto il finanziamento, per lungaggini burocratiche venga tralasciata la sorveglianza sulle opere, manchino le debite notifiche di variazione e si proceda con operazioni non ammesse dai bandi, aprendo tutta una serie di problemi giuridici, notarili ed amministrativi in futuro.
L’indagine della Corte dei Conti
Per ovviare al problema, la Sezione Centrale di Controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti ha prodotto un’indagine per valutare l’attuale sistema di controllo vigente. Secondo la delibera n. 13/2021/G, a decorrere dall’anno di emanazione del decreto legislativo 28 nel 2011, il GSE ha intrapreso un percorso finalizzato alla progressiva verifica degli asset finanziati dal sistema energetico, nonché alla valutazione dei requisiti previsti dalla normativa e, in tal senso, al consolidamento del relativo valore in termini di funzionalità al perseguimento degli obiettivi di transizione energetica.
Il risultato, sebbene apparentemente incoraggiante, si accompagna anche all’evidenza di un calo nei controlli già nel 2019, prima del manifestarsi della pandemia Sars-CoV-2, nonché la valutazione di diffuse irregolarità e comportamenti gravi, anche di rilevanza penale.
La necessità di riformare i controlli
Al 26 luglio 2021, le disposizioni totali di pagamento ammontano a complessivi 339.695.049,54 euro di cui 225.948.680,97 euro relativi alle richieste di anticipo del 50% ed 113.746.368,57 euro, relativi alle richieste di saldo a seguito della conclusione dei progetti. Secondo la Corte, è necessario quanto prima un nuovo “decreto controlli” per poter analizzare efficacemente questa mole di richieste e di progetti, nonché mettere a sistema tutto il quadro normativo intervenuto nella disciplina primaria, per agevolarne la comprensione dei documenti amministrativi senza lasciare interpretazione alcuna agli operatori.
In attesa tuttavia di un nuovo quadro di sistema per le verifiche sull’effettiva destinazione dei contributi, saranno frattanto predisposti dei controlli a campione sui progetti realizzati (per quanto non sia atteso un decreto ministeriale per poter procedere in merito alle modalità di attuazione), come primo provvedimento per riprendere più intensamente i controlli.
Il Contesto europeo
La necessità della relazione si è rivelata ulteriormente necessaria considerando il contesto europeo. A seguito dell’impegno dell’Unione Europea per una graduale transizione dai combustibili fossili verso un’economia neutra in termini di emissioni di carbonio entro il 2050, nel rispetto degli Accordi di Parigi del 2015, si evidenzia l’obbligo intrinseco per l’Italia di riuscire a tenere il passo delle altre nazioni confederate. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, asse strategico per l’Italia da qui al 2026 con 68,6 miliardi di euro destinati alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, dovrà difatti rimanere al passo con l’obiettivo della riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030.