La frase “il fumo uccide” sui pacchetti delle sigarette è da tempo obbligo di legge, per ricordarne i rischi e la libera scelta nel loro utilizzo. Diversa storia il fumo degli scarichi, dove non c’è libera scelta per il proprio apparato respiratorio.
Eppure, nove milioni di persone, ovvero 120 persone ogni 100.000, sono morte per colpa delle polveri sottili (nonché del biossido d’azoto e del particolato presenti nell’aria) in un solo anno in Europa, subendolo passivamente. Secondo la rivista Lancet Oncology e gli studi compiuti dall’European Heart Journal, l’Europa stessa ne è duramente colpita, calcolando una riduzione in media della vita degli europei di 2,5 anni nonché un numero di decessi pari al 7% per le complicanze dovute all’esposizione all’inquinamento.
Nello stesso periodo, sono 7,2 milioni le persone morte a causa delle sigarette. Thomas Münzel, professore dell’Università del Mainz (Magonza) e curatore della ricerca, evidenzia come le morti cardiovascolari siano quindi ampiamente superiori rispetto a quelle dovute al tabagismo, a dimostrazione del sempre maggior impianto dell’inquinamento atmosferico sulla salute.
Particolarmente male la Germania, con un tasso di morte per l’aria irrespirabile di 154 persone ogni 100.000, a cui segue l’Italia con 136 vittime. Un dato che riconferma quanto dichiarato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nel 2013, in una precedente ricerca su un campione di 300.000 persone tra i 43 e i 73 anni in nove paesi europei, condotti per la parte italiana in collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, in cui appariva chiaro il costante rischio di tumore polmonare.
Oggi i dati rilevati da Münzel smuovono maggiormente l’opinione pubblica, per quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità avesse già ai tempi evidenziato la situazione preoccupante, come testimoniano i 9 milioni di morti attuali. Una presa di coscienza che richiama la necessità di attuare al più presto politiche di maggior controllo verso la salute dell’aria (e quindi la nostra salute), nonché l’impellenza nella ricerca di fonti rinnovabili e il loro utilizzo per soppiantare i combustibili fossili.