L’Unione Europea metterà in campo un nuovo Green Deal per raggiungere gli alti obiettivi che si pone nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Il piano d’azione
Il processo passerà per una oculata programmazione denominata “Nuova Strategia Forestale per il 2030”, inserita nella “Strategia dell’UE per la Biodiversità per il 2030”. Sotto lo slogan “l’albero giusto al posto giusto per lo scopo giusto”, saranno elencati diversi obiettivi, dalla nursery di tre miliardi di alberi alla riduzione di CO2 di almeno il 55% entro il 2030, fino all’obiettivo del conseguimento della neutralità climatica nel 2050.
I dati sui boschi d’Europa
La ricchezza forestale europea, dovuta alle diversità geoclimatiche, offre differenti tipologie di flora su una superficie di 182 milioni di ettari, ovvero il 43,5% dei terreni dell’Unione, pari al 5% a livello mondiale. Oltre alla differente copertura tra paese e paese, con Svezia, Finlandia, Slovenia (coperte tutte e tre per circa il 60% del loro territorio da boschi), Germania, Francia e Polonia in testa (senza dimenticare l’Italia, con il Trentino Alto Adige Südtirol e la Liguria) opposte all’Olanda con solo l’8,9% del loro territorio, incide anche l’azione dell’uomo (solo il 4% dei boschi è rimasto immacolato, mentre l’8% è costituito da piantagioni), considerando che il 60% dei boschi europei risulta essere di proprietà privata.
Ricchezza a rischio
Un patrimonio fragile, nonostante il fenomeno dell’imboscamento, che in molte zone non presenta uno stato di salute confortante, a causa dell’inquinamento, dell’urbanizzazione in alcune zone e la reforestazione incontrollata in altre, della perdita di habitat e biodiversità nonché i cambiamenti climatici a livello atmosferico e di temperature. Tuttavia la semplice nursery degli alberi non è la soluzione, occorre studiare nuovi sistemi nella gestione dei rapporti tra flora e persone, permettendo una nuova gestione anche sul piano della silvicoltura e dell’uso dei boschi nonché di portare migliorie per permettere di sopravvivere ai cambiamenti.
Le mosse da Bruxelles
L’Unione prevede quindi lo sviluppo di un regime di pagamento ai proprietari e ai gestori di foreste per la fornitura di servizi ecosistemici alternativi, sostegni alle aziende di silvicoltura (che incidono sul 20% delle imprese manifatturiere per un totale di 3,6 milioni di lavoratori europei e 640 miliardi di euro), la promozione di buone pratiche gestionali, sviluppo dell’ecoturismo nonché l’impegno a piantare tre miliardi di alberi, monitorando il processo. A tale proposito, tutti i cittadini europei potranno seguire online lo sviluppo dei piccoli arbusti tramite le mappe online interattive con contatori integrati sul sito Map-My-Tree, sviluppato dalla Commissione Europea e dall’Agenzia Europea dell’Ambiente.
Migliorare i nostri “polmoni verdi” è migliorare la qualità dell’aria, ovvero modo per ridurre le emissioni di gas serra del’ 55%, secondo le stime europee, entro il 2030, come ulteriore tassello per le politiche ambientali da raggiungere nel 2050.