Un nuovo step nel cammino verso la difesa dell’ambiente ad opera della comunità internazionale. A Marsiglia il 10 settembre oltre 70 Stati hanno firmato un nuovo manifesto d’intesa mondiale, da considerarsi come fase preliminare verso la stesura di un vero e proprio protocollo rivisto alla luce delle novità più recenti.
L’incontro mondiale a Marsiglia
I delegati presenti (pari a più di 5700 rappresentanti) presenti al congresso dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) si sono mostrati concordi nella necessità di arrivare all’adozione di un protocollo mondiale a difesa della biodiversità in occasione dell’incontro di Kunming, che si terrà in Cina nella primavera del 2022, che vedrà riuniti ad un tavolo tutti i maggiori Capi di Stato per la pianificazione die prossimi dieci anni. Nondimeno, l’argomento sarà affrontato inoltre a Glasgow tra il primo e il 12 novembre quando in Scozia si terrà l’incontro COP26.
Le richieste agli Stati
In questa campagna volta a rallentare l’estinzione di numerose specie e l’impoverimento della biodiversità, tra i primi impegni presi c’è quello di preservare, proteggere e conservare almeno il 30% dei mari e delle terre fino al 2030, dietro proposta francese e costaricana. Oltre a questo, la lotta contro la pesca indiscriminata, la deforestazione, l’uso di prodotti inquinanti, il depotenziamento dei settori economici basati sull’uso dei combustibili fossili e la sponsorizzazione di nuove politiche alimentari. Inoltre, l’IUCN ha preso la decisione di istituire una nuova commissione dedicata allo studio delle crisi climatiche.
In difesa di foreste e oceani
I rappresentanti hanno affrontato i vari argomenti analizzando inoltre alcuni dettagli specifici. Prendendo atto che meno dello 0,2% del PIL mondiale è consacrato alla protezione del pianeta, la Commissione arriva a richiedere che nel quadro delle politiche pubbliche le singole nazioni finanzino per il 10% azioni in difesa della biodiversità. Su tutte, l’azione maggiormente richiesta è quella di contrastare l’inquinamento da plastica nei mari e una moratoria contro lo sfruttamenti dei fondi oceanici come passaggio fondamentale in difesa dei grandi mammiferi marini. Tra i rappresentanti del Vecchio Continente è stata invece maggiormente spinta l’idea di cartografare le foreste, per poterli proteggere in modo più rigoroso, oltre a finanziare interventi contro la deforestazione e a ridurre l’impatto dell’industria mineraria.