Il processo di trasformazione della politica europea in presenza degli effetti dei cambiamenti climatici, senza dei vincoli efficaci, rischia di essere posta in secondo piano e non affrontato. Proprio per questo il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso di adottare nuove misure, da includere tra le azioni di politica monetaria dei paesi aderenti, che possano affrontare i cambiamenti climatici.
Indirizzare gli investimenti
Tra i primi punti, l’indirizzamento fin da ottobre 2022 delle partecipazioni in obbligazioni societarie verso emittenti con una migliore performance climatica attraverso l’investimento dei rimborsi previsti nei prossimi anni. Un sistema che porterebbe a “decarbonizzare” le partecipazioni, cambiando le carte in tavola, favorendo la collaborazione con le aziende caratterizzate dalla minore emissione di gas serra. Così facendo si mitigheranno i rischi finanziari legati al clima sul bilancio dell’Eurozona, incentivando le aziende a migliorare i propri parametri, per poter mantenere una collaborazione con i paesi membri.
Vincoli sui prestiti
Affine, la limitazione delle quote di attività emesse da entità con un’elevata impronta di carbonio che possono essere costituite in pegno come garanzia dalle singole controparti quando prendono in prestito dalla BCE. A partire dalle limitazioni sugli strumenti di debito negoziabili emessi da società al di fuori del settore finanziario (società non finanziarie), l’intento è di allargare il processo fino a trovare piena applicazione entro il 2024.
Rendicontazione sostenibile
La BCE e le altre banche nazionali accetteranno solo attività negoziabili e crediti da società e debitori conformi alla direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD) come garanzia nelle operazioni di credito dell’Eurosistema (una volta che la direttiva sarà pienamente attuata). Anche qui la Banca Centrale eseguirà esercizi di prova un anno prima dell’effettiva attuazione, considerando che i criteri di ammissibilità dovranno applicarsi a partire dal 2026.
I criteri di classifica
Un ultimo punto prevede una revisione degli strumenti di rating ed analisi utilizzati per renderli più efficaci nella valutazione dei rischi legati al clima. Questo si verifica ad esempio invitando le agenzie di rating ad essere più trasparenti rispetto a come viene individuato in dati il coefficiente “rischio climatico”. Assieme a questo, devono essere ammessi in questo senso una serie di standard minimi comuni su come i sistemi di valutazione interna del credito delle banche centrali nazionali dovranno includere i rischi legati al clima nei loro rating.
Costante revisione dei parametri
Tutti i punti saranno vincolati da una costante riesamina, con l’obiettivo di assicurare un sostegno duraturo al percorso di decarbonizzazione, per rispondere prontamente ai dati climatici che saranno registrati nel corso del tempo, per confermare la propria missione nella politica monetaria ed affrontare ulteriori sfide che si presentino tra i fattori ambientali e il mondo dell’economia. Così facendo la BCE ritiene di poter mitigare il rischio finanziario del cambiamento climatico, promuovere una finanza sostenibile e condividere l’esperienza per generare comportamenti economici in senso lato favorevoli alla coesione con l’ambiente.
Il commento del presidente Christine Lagarde
Il presidente della BCE, Christine Lagarde, ha affermato: «Con queste decisioni stiamo trasformando il nostro impegno nella lotta al cambiamento climatico in un’azione reale. Nell’ambito del nostro mandato, stiamo compiendo ulteriori passi concreti per incorporare il cambiamento climatico nelle nostre operazioni di politica monetaria. E, come parte della nostra agenda climatica in evoluzione, ci saranno ulteriori passi per allineare le nostre attività con gli obiettivi dell’accordo di Parigi».